Manuale Amianto

Manuale dedicato al tema dell’amianto, sulle conseguenze sulla salute, sui programmi di controllo e manutenzione e sulla normativa e obblighi per il trattamento

Manuale Amianto della collana UIL Salute e Sicurezza sul Lavoro. Con il termine amianto, o il suo sinonimo asbesto (Amiantos, in greco significa immacolato, incorruttibile, mentre Asbesto significa perpetuo, inestinguibile) è indicato un minerale naturale a struttura fibrosa.

L’applicazione industriale dell’amianto ebbe inizio nel XIX secolo, con la scoperta dei vasti giacimenti canadesi del Quebec (1877). Il successo canadese sollecitò lo sfruttamento dei giacimenti brasiliani, italiani - la miniera di Balangero (TO) è stata la più importante d’Europa -, greci e russi, da cui si estraevano essenzialmente serpentini (crisotilo), mentre la crocidolite fu scoperta in Sudafrica, più precisamente nella provincia del Capo, nel 1983. L’amosite fu scoperta nel Transvaal nel 1907. Questi tre minerali sono i più importanti economicamente e tecnicamente sin dai primi del 1900 - come testimoniato dalla produzione mondiale di amianto in fibre che dagli anni ’50 agli ’80 ha superato i 4 milioni di tonnellate l’anno -. Dei restanti anfiboli, l’antofilite è la più conosciuta, sebbene i suoi giacimenti siano piccoli e non abbiano una particolare importanza economica, lo stesso vale anche per i rari tremolite (Italia, Pakistan e Corea) e actinolite (piccoli accumuli sono a Taiwan e nella provincia del Capo in Sud Africa). Le “buone” caratteristiche fisico-chimico-meccaniche dell’amianto hanno incentivato, nel passato, un suo largo uso nell’industria, nell’edilizia ed in molti prodotti d’uso domestico.

Mentre la conferma della cancerogenicità dell’amianto risale agli anni ‘50 e ‘60, il divieto totale di produzione di tale materiale interviene solamente nel 1992/1994.

L’inalazione e la deposizione nei polmoni di fibre d’asbesto possono causare alcune gravi malattie e, per fare un esempio, nel caso di manufatti contenenti amianto il rilascio nell’ambiente delle fibre può avvenire in occasione di una loro manipolazione e lavorazione (per effetto di qualsiasi tipo di sollecitazione meccanica, eolica, da stress termico, dilavamento d’acqua, eccetera) o spontaneamente (come nel caso dei materiali friabili usurati) o sottoposti a vibrazioni, urti, eccetera. Per questi motivi il cosiddetto “amianto friabile”, quello che, secondo definizione, si può ridurre in polvere anche con la semplice azione manuale, è considerato più pericoloso di quello “compatto”.

Informazioni aggiuntive

  • Fonte: UIL
  • Anno di pubblicazione: 2017

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