Nel processo di valutazione del rischio per esposizione a sostanze chimiche, un ruolo di primaria importanza è rivestito dalla possibile comparsa di effetti cancerogeni a carico dell'operatore. Il mondo scientifico mostra, in effetti, una crescente attenzione verso quei processi lavorativi industriali in cui vi è la presenza di xenobiotici che possono contribuire all'aumento del rischio di sviluppare neoplasie nei lavoratori.
Differenti sono le interpretazioni in merito a quali sostanze debbano essere classificate come cancerogene umane. In tal senso, le conoscenze dei meccanismi d'azione possono dare alcune risposte. In particolare, possono aiutare a definire per le sostanze cancerogene di tipo epigenetico una soglia di effetto. Per le sostanze cancerogene di tipo genotossico, invece, non rimane che avviare una procedura di risk assessment, così da fornire una indicazione di quale sia l'entità nel rischio di contrarre tumori aggiuntivi a differenti livelli di concentrazione.
Nelle attività di stampaggio di plastica e gomma, gli addetti alle lavorazioni hanno la possibilità di venire a contatto con agenti chimici possibilmente lesivi per l'organismo umano. In particolare, l'attenzione viene posta verso la possibile esposizione a monomeri che si possono liberare durante le lavorazioni a caldo, alcuni dei quali sono classificati come cancerogeni dalla IARC e dall'Unione Europea.